ALBINISMO IN AFRICA E UNIVERSALITA’ DELLO STIGMA

 

ALBINISMO IN AFRICA E UNIVERSALITA' DELLO STIGMA: questo l’argomento trattato domenica scorsa al Bar Pietro, piola sardo-veneziana di Torino, dove periodicamente vengono proposti libri, autori e tematiche culturali.

Durante l’incontro che ha preceduto di qualche giorno la Giornata Internazionale dell’Albinismo, proclamata per il 13 Giugno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata presentata l’edizione italiana del libro Il Moukala di Kedi di Andre Ebouaney, in cui si descrivono il trattamento riservato agli albini e la considerazione in cui essi vengono tenuti nel piccolo villaggio di Makossi, in Africa.

Nel suo breve romanzo l’autore italo-camerounese riporta l’ambiente geografico e culturale, dentro il quale prendono forma e si sviluppano i sentimenti e le vicende dei vari personaggi.

Fondamentale per lo svolgimento dell’azione è la scelta del termine generico “moukala” (bianco) e non dello specifico “nguenguerou” (albino), fatta da Kedi per informare i genitori che il suo promesso sposo è un “bianco”.

Da tale scelta, infatti, deriva l’equivoco che dapprima alimenta entusiasmo e grandi aspettative nel villaggio e nella famiglia di Kedi e che poi, dopo la constatazione della realtà, causa delusione e amarezza.

Il Signor K., fidanzato di Kedi, non è “tutto bianco e venuto dal paese del freddo”(p. 35), a portare ricchezza e prestigio1, come ci si aspettava, ma un albino e “A Makossi, nascere albino era la peggiore maledizione che un bambino potesse scagliare contro la sua famiglia e l’intera comunità”(p. 63)

La considerazione di questa realtà, assieme al suo rapporto con l’odierna globalizzazione, è stata pre/tesTO per interessanti interventi non solo sullo stigma dell’albinismo, ma anche sulla sua strumentalizzazione e sullo sfruttamento economico che ne deriva.

In alcuni paesi africani, come Tanzania, Malawi e Monzambico – è stato ricordato – le parti del corpo degli albini vengono utilizzate per riti magici e, assieme alla pelle, vengono vendute a prezzi altissimi, permettendo facili guadagni e rapidi miglioramenti sociali.

In quei paesi, dunque, viene praticata una vera e propria caccia all’uomo albino2 che, generalmente disprezzato ed emarginato da vivo (“Stava per scendere anche l’altro passeggero … il più atteso … straniero e … venuto … dal paese del freddo. Curiosamente, nessuno gli andò incontro. … Nessuno si mosse … L’animazione si era spenta di colpo”(pp. 60-61), diventa prezioso da morto, quando le parti del suo corpo sezionato vengono vendute a caro prezzo.

Bisogna aggiungere, però, che qualche volta l’albino può servire da vivo3; ne consegue allora che anche lo stigma dell’albino, come qualsiasi altro stigma, non si può definire in assoluto, ma va contestualizzato, come l’ordalia dell'acqua fredda4 – ha spiegato il prof. Paladini – che è regolata dagli interessi del momento.

 

Di seguito alcuni momenti dell’incontro

 

1 Il Signor K., fidanzato di Kedi, non è “tutto bianco e venuto dal paese del freddo”(p. 35), a portare ricchezza e prestigio … (Andre)

In quei paesi, dunque, viene praticata una vera e propria caccia all’uomo albino … (Andre)

Bisogna aggiungere, però, che qualche volta l’albino può servire da vivo … (Andre)

4 anche lo stigma dell’albino, come qualsiasi altro stigma, non si può definire in assoluto, ma va contestualizzato, come l’ordalia dell'acqua fredda … (Paladini)

                                                

                                                                                                                                                         

  © Antonina Orlando  13 – 06 – 2017

 

                                               

ALBINISMO IN AFRICA E UNIVERSALITA' DELLO STIGMA

 

4 commenti su “ALBINISMO IN AFRICA E UNIVERSALITA’ DELLO STIGMA”

  1. Mi sento male a pensare ai poveri bambini che vengono isolati e uccisi a causa di credenze popolari. Come se non bastasse la precarietà del contesto in cui vivono.

    Il diverso spaventa sempre, il diverso crea aspettative!

    Ogni popolazione nella storia dell'umanità ha combattuto "il diverso", non solo dal punto di vista biologico, ma anche da quello culturale e sociale. Penso non esista un periodo storico dove non ci sia stata una guerra tra diversi. 

    Quando il diverso poi è dentro casa nostra, spaventa ancora di più. 

    Articolo molto interessante; il libro, dagli stralci citati, deduco che faccia riflettere molto.  

    Grazie. 

  2. Grazie mille Antonio per questo bellissimo articolo che oltre a presentare il libro parla anche dello stigma che vivono alcune persone in Africa. Ti ringrazio molto. Mi dispiace un po avere scoperto l'articolo solo ora ( 5 mesi dopo la presentazione), ma come si dice meglio tardi che mai.

    Ancora grazie mille.

    Andre Ebouaney 

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