CARRUBO, PIANTA MEDITERRANEA

 

CARRUBO Il carrubo – o "Pane di S. Giovanni", come viene chiamato a Ragusa (Sicilia) – è un albero tipico della vegetazione del Mediterraneo e il suo nome deriva dall'arabo “harrub(a)”. E’ una pianta grande, sempreverde e molto longeva, che riesce a vivere anche per più secoli, dando nel tempo frutti sempre più abbondanti.

L’albero, che può raggiungere un’altezza di circa 10 metri, si presenta con un tronco contorto e ha foglie lucide, coriacee, accoppiate e sostenute da un lungo picciolo. Dai fiori, profumatissimi, si ricava il miele di carrubo. Il suo frutto è la carruba, commestibile: si tratta di un baccello, la cui lunghezza va dai 10 ai 25 cm. e il cui colore passa dal verde iniziale al marrone scuro quando è maturo. La sua raccolta solitamente viene effettuata ad Agosto. La buccia del baccello maturo, oltre ad essere scura, è lucida, sottile e dura. All’interno troviamo una polpa di colore giallastro: il suo gusto dolce ricorda quello del miele e la sua consistenza è simile a quella di uno sciroppo.

Dentro la polpa vi sono numerosi semi ovali, molto duri e bruno – rossastri; dal loro nome greco, cheràtion (κεράτioν), che serviva a indicare anche il baccello, sono stati chiamati in italiano carati. Un tempo venivano usati come peso;  ancora oggi il termine viene usato in oreficeria come unità di misura e corrisponde a 0,2 g.

CARRUBE 1Le carrube, ben mature, sono nutrienti e ricche di calorie e proteine. Vengono utilizzate in medicina (farine dietetiche e lassativi); nell’industria alimentare (farine, polveri e gelatine per gelati, biscotti, marmellate, caramelle dolcissime, usate anche contro il mal di gola ); nell’allevamento (alimentazione del bestiame, soprattutto dei cavalli); e per preparare saponi, tinture per tessuti, gomme, addensanti, basi per cosmetici, ecc.

Il legno del carrubo, rossastro, duro e pesante, può essere usato per costruire attrezzi e mobili, mentre per il suo aspetto bello e decorativo, l’albero viene posto ad ornamento di parchi,  viali e strade.

CARRUBE KHALe carrube sono state consumate come frutta sin dai tempi più antichi. Gli antichi Egizi, per esempio, le mangiavano crude, cotte, in marmellate, oppure le macinavano, ottenendo una farina, il cui gusto oggi potrebbe essere avvicinato a quello del cacao, introdotto in Europa dopo la scoperta dell’America.

Il geroglifico della polpa della carruba, così zuccherina, OLIVE - DATTERI - FICHI SECCHIrappresentò il concetto stesso della dolcezza

e carrube, assieme a olive, fichi e datteri, sono state ritrovate  nel corredo funerario dell’architetto Kha, vissuto tra il 1400 e il 1300 a. C., durante la XVIII dinastia.

 

DIETA EGIZIDal Mediterraneo Orientale, da dove proviene,  la pianta del carrubo si è diffusa nelle terre occidentali, grazie ai Greci o ai Fenici. Del resto, da sempre il bacino del Mediterraneo è stato luogo di incontro di popoli, di civiltà, di merci. Dei traffici commerciali nel Mediterraneo esistono testimonianze letterarie ed una serie interessante di reperti archeologici che ci parlano dei beni maggiormente scambiati, fra cui derrate alimentari. L’archeologia ci testimonia che i traffici marittimi nel Mediterraneo risalgono alla più remota preistoria.

Il commercio in area mediterranea si svolgeva essenzialmente sul mare, soprattutto per la mancanza di un adeguato sistema di vie di comunicazione terrestri. I Fenici ebbero riconosciuto il primato nella gestione delle rotte commerciali mediterranee grazie alla loro abilità sia cantieristica che di naviganti e commercianti.

Dall’Oriente, dunque, grazie ai commerci presenti nel Mediterraneo sin dalla Preistoria, il carrubo si diffuse molto presto verso occidente. In Italia attualmente è coltivato nelle regioni meridionali, soprattutto in Sicilia, con particolare riguardo al territorio intorno a  Ragusa. Essendo una pianta molto robusta, la sua coltivazione è facile, richiede poche cure e, spesso, è associata a quella dell’olivo e del mandorlo.

 

Alcune espressioni popolari da Nord a Sud, dal Veneto alla Sicilia:

 

I baccelli della carruba, così ricchi e importanti in molti campi, si presentano semplici e umili e, per questa parvenza, il loro nome viene spesso usato metaforicamente dal popolo per indicare cose di poco valore; per esempio in venezianocarobera”, stava ad indicare “barca di scarso valore, adibita al trasporto di cose povere come carrube, e in senso traslato rottame".

Il Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio, Premiata tipografia di G. Cecchini edit. Venezia 1856, alla voce “Carobera” spiega: “Topaia, casa antica e che sia in pessimo stato”. “Cose inutili, perché fracassate o rotte”.

Ancora oggi si può assistere a dialoghi di questo tipo: “ Xe na bea casa?” “Per carità! La xe na carobera!

 

Le carrube, associate all’immagine degli animali, nel caso specifico dell’asino, come alimento, si ritrovano in un’espressione del messinese:

Piddia ’u sceccu cu tutti i carrubbi” (lett. “Ho perduto l’asino con tutte le “carrube”), per dire che si sta aspettando inutilmente o che si è persa di vista una persona con tutto quello che le era stato affidato.

 

Il documentario di Giovanni Iacono, di seguito riportato, illustra le fasi salienti della raccolta dei baccelli del carrubo, della loro lavorazione e dell’impiego che ne viene fatto in vari settori artigianali e industriali.

 

BANDIERA ITALIANALa Carruba: il pane di San Giovanni

 

BANDIERA INGLESEThe Carob – Saint John's bread

 

BANDIERA TEDESCAJohannisbrot – Das Brot von St. Johannes

 

 

RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano sentitamente per la gentile e importante collaborazione

Giovanni IACONO per aver messo  a disposizione molto cortesemente i documentari sul CARRUBO – PANE DI SAN GIOVANNI

Luciano DI MURO, guida turistica torinese, per l'interessante visita al MUSEO EGIZIO DI TORINO, da cui provengono le foto della dieta degli antichi Egizi e quelle delle carrube, delle olive, datteri e fichi secchi, ritrovati nella tomba di Kha.

 

 

 

     © Antonina Orlando 08 Febbraio 2016

 

CARRUBO PIANTA MEDITERRANEA

2 commenti su “CARRUBO, PIANTA MEDITERRANEA”

  1. Affascinante la pianta del carrubo! Dell'articolo mi son piaciuti i riferimenti storici e geografici collegati al frutto! Interessante l'etimologia del carato! 

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